The Acolyte: la recensione dei primi due episodi

The Acolyte: la recensione dei primi due episodi

di Valentina Isernia

Mentre gli haters si impegnavano nel review bombing su Rotten Tomatoes e Metacritic, stessa pratica messa in atto alla vigilia dell’uscita de Gli Anelli del Potere, la critica aveva espresso soddisfazione per la nuova serie del franchise di Star Wars. Resta ancora da chiedersi come mai questi siti non chiudano le recensioni fino all’effettiva messa in onda per il grande pubblico.

Se per LOTR il problema risiedeva nel fandom scontento a priori, per Star Wars la questione si fa più delicata: la stessa presidente di Lucasfilm, Kennedy, insieme alla showrunner Headland, hanno denunciato la campagna di odio su base razzista, sessista e omofoba dei detrattori.

Una valanga di recensioni di account fake e contenuti generati senza alcuna oggettività, che violano la legge del buon senso, fanno pensare che su Rotten Tomatoes, Metacritic e chi per loro facciano della raccolta di traffico una mission più importante del posizionamento obiettivo, nonostante si tratti di piattaforme ben consolidate da tempo.

Ma veniamo ai primi due episodi di The Acolyte:

siamo certamente nel campo della novità. Il periodo narrato è completamente inedito: gli ultimi giorni dell’Alta Repubblica, un’epoca finora esplorata solo dalle produzioni letterarie e fumettistiche, in cui l’Ordine Jedi e la Repubblica stanno vivendo all’apice dello splendore e le forze oscure nella clandestinità. Siamo al prequel dei prequel, dunque anche i personaggi sono nuovi e qualsiasi riferimento al mondo che conosciamo è impossibile.

In quest’epoca di pace, arriva a spezzare l’idillio una giovanissima guerriera guidata da rabbia e vendetta, come sappiamo terreno fertile per il lato oscuro della forza. La sua missione sembra personale: uccidere per una sconosciuta motivazione di vendetta quattro Jedi che hanno a che fare con il suo passato.
L’Ordine dei Jedi indaga e crede di aver trovato la colpevole in una ex padawan: Osha, divenuta umile ‘meknek’ (meccanica), dopo aver rinunciato all’addestramento come Jedi.
Ben presto il suo ex mentore, Maestro Sol, e i suoi attuali allievi, giungono alla verità: si tratta di Mae, sorella gemella di Osha creduta morta e agli ordini non solo della propria sete di vendetta ma anche da un “lui” sconosciuto.

Attraverso pillole di passato che emergono lentamente si scopre che il seme della malvagità era forse già presente in Mae fin da giovanissima, responsabile della morte della sua famiglia dopo aver appiccato un incendio da cui Osha è scampata proprio grazie all’intervento del Maestro Sol.

La seconda puntata si chiude con un gradito colpo di scena: la conoscenza unoKelnacca, uno Jedi Wookiee. Nonostante non sia il primo che abbiamo conosciuto nella storia di Star Wars, la sua comparsa è chiaramente strategica, uno dei pochi segnali “di cuore” presenti in questa serie (lo dimostra il fatto che è stato fatto apparire proprio nella fase finale del minutaggio dell’ultimo episodio di questa settimana). Gli Jedi Wookiee sono apparsi soprattutto in spettacoli animati come Star Wars: The Clone Wars, romanzi e fumetti, come le fasi I e III dell’Alta Repubblica, ma Kelnacca è il primo Jedi Wookiee in live-action, il che significa che sta già facendo la storia. Non sarà l’unica nuova aggiunta al franchise ha sicuramente realizzato qualcosa che i fan desideravano vedere da molto tempo.

La storia segue la narrazione tipica dei thriller, l’intreccio sembra buono e sulla qualità della fotografia e del cast viaggiavamo già su standard di qualità che Lucasfilm ci ha sempre garantito.

Grande amarezza per la morte praticamente immediata della Jedi Indara, interpretata da una perfetta Carrie-Anne Moss. Fantastico vedere Trinity in versione Jedi e un po’ spiacevole vederla morire con onore ma un po’ banalmente. La rivedremo certamente in flashback che ci spiegheranno il motivo alla base della sua condanna a morte, quale è stato il ruolo negativo giocato nell’infanzia di Mae.

Amanda Stenberg, regge perfettamente il debutto nel difficile duplice ruolo delle gemelle Osha/Mae. Tuttavia, a volte fatica a trasmettere la sensazione di minaccia e malvagità che dovrebbero venire da Mae. L’abbiamo detto subito, però: nel descrivere la sua quasi innata malvagità abbiamo usato un ‘forse’. Non sappiamo ancora cosa spinga Mae alla vendetta e qualche segnale che non sia del tutto infondata c’è: il secondo Jedi che prende di mira accetta di morire spontaneamente, avvelenandosi spinto dalla necessità di trovare la pace e chiedendo scusa alla giovane.

Si tratta di storie e personaggi ancora tutti da svelare, con molteplici chiaroscuri e incognite, dunque è difficile dare un giudizio completo sul valore degli intrecci. C’è da vedere come si evolverà la trama, che sembra ancora incentrata solo sul filo interpersonale, e quanto spazio verrà dato alla macro tema dell’ascesa dei Sith. Insomma, per ora lasciamoci raccontare questa storia.

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