Il Diavolo a Palazzo Trucchi di Levaldigi: tra storia, architettura ed esoterismo a Torino

Il Diavolo a Palazzo Trucchi di Levaldigi: tra storia, architettura ed esoterismo a Torino

di Bianca Casale

Torino è tante cose e tra le tante è anche una città fortemente connotata all’esoterismo e all’occulto.
Ai torinesi piace molto dire che la propria città è parte dell’ipotetico “Triangolo della Magia Bianca”  che sarebbe l’opposto del cosiddetto “Triangolo della Magia 

Nera”, i punti di questi triangoli magici sono infatti rappresentati da tre città disseminate sul pianeta. E Torino fa parte di entrambi i triangoli.
Il trio è con Londra e San Francisco per il Triangolo della Magia Nera, mentre insieme a Lione e Praga fa parte del Triangolo della Magia Bianca.
Il capoluogo piemontese dovrebbe essere il luogo dove due forze opposte lottano e si compensano allo stesso tempo.
Torino sorge tra due fiumi, il Po e la Dora, che secondo enunciati esoterici, rappresentano simbolicamente il Sole e la Luna. Inoltre è attraversata dal 45° parallelo che lascia pensare ad un passaggio di positività che vada contrapporsi con molte caratteristiche oscure.

Non dimentichiamo che è la ‘casa’ della Sacra Sindone. Questa reliquia religiosa, un tempo veniva esposta tra le statue di Castore e Polluce presenti in Piazza Castello e la leggenda narra che, attraversando il punto in cui veniva esposta la Sindone, si venisse investiti da energia positiva e fortuna.

In questa eterna lotta per il bilanciamento tra oscuro e luce, in città pullulano i punti di interesse esoterico, ci sono anche delle guide apposite e tour organizzati, Torino città magica è un trend turistico e di eventi che funziona alla grande.

Per fortuna buona parte di questi luoghi ammantati di mistico sono anche luoghi estremamente interessanti dal punto di vista storico, architettonico e artistico.
Uno di questi è il Palazzo Trucchi di Levaldigi. Il suo portone parrebbe dedicato a Lucifero e il palazzo gode di una strana reputazione.
Vediamo più nel dettaglio.

Siamo nel ‘600 e Torino è capitale del Ducato di Savoia, a due passi dalla bella Piazza San Carlo (allora Piazza Reale) da poco terminata e piazza di rappresentanza della nobiltà,  il potente ministro delle Finanze Giovanni Battista Trucchi commissiona all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte un palazzo.
L’edificio è stato costruito tra il 1673 e il 1677 ed ha una particolarità architettonica: il taglio diagonale sull’angolo della facciata.

Il palazzo, tra le attuali Via Alfieri e Via XX Settembre, è oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro. Ma è il suo portone, scolpito nel 1675 da una fabbrica di Parigi, adornato di fiori, frutta, animali e amorini ad essere interessante. Al suo batacchio, in particolare, si guarda per trovare stranezze: raffigurante il diavolo che ghigna scrutando i visitatori che bussano alla porta, con la parte finale composta da due serpenti le cui teste. La leggenda narra che il portone sia comparso nel nulla una notte a causa di un apprendista stregone che evocava le forze oscure e Satana stesso. Il Diavolo, sarebbe stato infastidito dall’invocazione, e avrebbe comminato una punizione: avrebbe imprigionato lo stregone oscuro dietro al portone. Ricordiamo anche che nel Seicento l’edificio era sede della Fabbrica dei Tarocchi: ecco la conferma della magia nera collegata a questo edificio, secondo gli esoteristi la carta dei tarocchi associata al Diavolo è il 15 e all’epoca il 15 era proprio il numero civico del fabbricato.

Ma non finisce qui, un’altra famosa storia risale al 1790, quando il palazzo apparteneva, per un breve periodo, a Marianna Carolina di Savoia. Durante una festa in maschera data dalla padrona di casa una danzatrice, Emma Cochet, si ritrovò a morire pugnalata alle spalle. Non si trovò mai il colpevole né venne mai più ritrovata l’arma del delitto.
Quella stessa notte, come se non bastasse, si abbatté sulla città un temporale fortissimo che terrorizzò e fece scappare gli invitati. Quando, qualche tempo dopo, venne avvistato un fantasma che si aggirava per le stanze del palazzo non ci furono dubbi su chi fosse: era la ballerina Emma Cochet.
Durante l’occupazione francese, ad inizio Ottocento, un ufficiale entrò nel palazzo ed venne atteso fuori dal portone dal suo cocchiere. Non uscì mai più dall’edificio e molti anni dopo, mentre erano in corso dei lavori di ristrutturazione, gli operai nel demolire un muro, trovarono uno scheletro imprigionato e sepolto in piedi.

Ci sono buoni motivi, dunque, per fare di questo palazzo un punto di vero interesse della cosiddetta Torino magica, triangolo nero o bianco che si voglia.
La prossima volta che vi capita di passare per la bella capitale piemontese un saltino a battere il batacchio del Diavolo non può mancare.

 

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