Fra leggende e pregiudizi: Azzurrina, il fantasma che torna ad infestare il suo castello ogni cinque anni

Fra leggende e pregiudizi: Azzurrina, il fantasma che torna ad infestare il suo castello ogni cinque anni

La storia di Azzurrina, il fantasma di una bambina scomparsa che torna ad infestare il suo castello ogni cinque anni

 

di Eleonora Amato

Molto spesso le leggende derivano da credenze che intrecciano elementi reali ad avvenimenti paranormali ed è per questo che diventano così radicate all’interno di una comunità. Ne è un esempio la storia di Azzurrina.

Il castello di Montebello

Il Castello di Azzurrina è una roccaforte di Montebello, frazione di Poggio Torriana, utilizzata in passato per controllare e si proteggere il territorio circostante. Fu la casa della famiglia di feudatari di Montebello che ha dato vita alla leggenda di Azzurrina, legata a doppio filo alle sorti del castello. Azzurrina era la figlia di Uguccione di Montebello, scomparsa la notte del 21 giugno 1375 e mai più ritrovata.

Ancora oggi, è viva la credenza che il fantasma della piccola si aggiri per il castello e che ogni cinque anni, in occasione della ricorrenza della sua scomparsa, torni a far visita ala sua dimora.

Il vero nome di Azzurrina sembra essere Guendalina Uguccione, una bambina albina che, secondo i racconti dell’epoca, avrebbe portato molte sciagure alla famiglia. Per le sue particolari fattezze, presumibilmente causa di maldicenze e pegiudizi, la madre era solita tingerle i capelli di un azzurro acceso.

Questa, in breve, la sua storia che, tramandandosi oralmente per circa tre secoli, si è via via arricchita di elementi di fantasia. Ma perché se ne parlò tanto?

Il motivo lo apprendiamo da una serie di racconti, frutto di un gusto seicentesco per le fabulae popolari. La penna di un raccoglitore di storie del XVII secolo fermò così su carta il lungo volo di quella che, ormai, era già una leggenda

…aveva gli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini

Da qui, dunque, deriva il soprannome della piccola Guendalina e la suggestione riguardo la sua storia.

La diversità del prossimo è una cosa che non di rado spaventa l’uomo, oggi come un tempo. Il sospetto poi, portato all’estremo, conduce a volte a credenze altrettanto estreme. Eliminare la diversità e con essa ciò che rappresenta, purtroppo è sempre stata la soluzione. Fu così, allora, che per difendere (o nascondere) la figlia, i genitori le tinsero i capelli; probabilmente per qualche reazione chimica avversa, il colore però non aderì alle fibre dei capelli della piccola, che diventarono azzurri. Ecco spiegato lo ‘strano’ caso e l’appellativo ad esso legato. Eppure, il fascino che ancora esercita sui molti visitatori del Castello, sui produttori di trasmissioni televisive, sui semplici curiosi, rimane riposto nell’arcano.

Cosa spinge tanta gente a percorrere le tortuose strade della millenaria rupe, per giungere in fine alla Rocca di Montebello? Per scoprirlo riprendiamo il manoscritto seicentesco e continuiamo a leggere:

 

“… e si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire.”

 

Siamo nel 1990, il Castello è aperto a Museo da appena un anno ma la leggenda che lo circonda è già di

dominio pubblico. Il 21 giugno di quello stesso anno, tecnici del suono interessati al fenomeno riescono ad incidere frequenze e suoni particolari rintracciate fra i tuoni e lo scrosciare violento della pioggia. L’esperimento viene ripetuto nella stessa data, nel 1995, nel 2000, 2003 e nel 2005, sempre con i medesimi risultati: c’è chi riconosce un pianto infantile, un singhiozzo, un battito cardiaco. Data però la forte tendenza alla sugestione, il 21 giugno 2010 vengono effettuate da dei ricercatori del CICAP altre registrazioni con apparecchiature professionali, dalle quali non risultano rumori.

Sulla vicenda, sta per essere rilasciato un film di Giacomo Franciosa, dirato proprio a Montebello e che sarà distribuito nel corso di quest’anno. Un lungometraggio horror la cui lavorazione è stata sospesa molte volte in circostanze misteriose, come raccontato nel video del backstage

Quella di Azzurrina è una delle tante storie che nascono dalla paura della diversità e da come sia semplice creare stigmi sociali. Sicuramente lo era in periodi passati, dove la paura si univa ad un vasto grado di analfabetismo e ignoranza. Un po’ meno comprensibile è come questo possa accadere ancora oggi.
Per questo, nel 2013 L’ONU ha adottato una risoluzione per tutelare le persone albine, vittime di stigma sociale, discriminazione e in alcuni paesi dell’Africa anche di gravi violenze. Dal 2014, fissata nella data del 13 giugno, è stata indetta l’International Albinism Awareness Day, proprio per sensibilizzare riguardo questa malattia genetica recessiva rara malattia, ereditata da genitori portatori sani, che causa un difetto genetico che fa sì che la produzione di melanina sia ridotta o completamente assente.

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